Ortrugo, passione del passato che conquista il futuro.

La zona dei colli piacentini si distende tra le quattro valli che portano il nome di Val Tidone, Val D’Arda, Val Trebbia e Val Nure, da sempre terre “da vino”. Territori dove la vitivinicoltura, fin dai tempi lontani, ha sempre fatto rima con la passione delle sue genti per il vino. Circa 6.000 ettari di vigne, delle quali il 95% in collina a un’altezza tra i 150 e 450 metri sul livello del mare, che sono cornice di un luogo che non delude mai per ricchezza di specialità enogastronomiche. Terra da vino fin da tempi immemorabili che in passato ha conquistato il palato dei più golosi per la Malvasia di Candia, squisito vino aromatico, che ha oscurato per lungo tempo un altro importante vino bianco della zona: l’Ortrugo.

Oggi, per fortuna, quando si fa riferimento a queste zone, si nomina anche questo vino che nasce da omonime uve. In passato, però, l’Ortrugo ha rischiato quasi l’estinzione per via della facilità con cui i mercati accettavano e comprendevano meglio la Malvasia costringendo, nel tempo, molti vignaioli all’espianto a danno dell’Ortrugo stesso ridotto alla stregua di un vino da taglio.  E sempre come riferimento al vino da taglio si trova testimonianza anche in documenti storici del 1800 dove si nota il termine “Altrugo” o “Altrughe”, “altre uve”, per indicare un vino che già allora era destinato proprio al taglio, mescolato con altre uve e vini prima ancora che essere vinificato in purezza. E pare che proprio da questo etimo derivi l’attuale nome.

  La rinascita di questo importante vitigno a bacca bianca che, di fatto, rappresenta il territorio piacentino, è abbastanza recente. Verso gli anni ’70 la curiosità di alcuni produttori avvia un ciclo di azioni che innescano nuovi interessi per il vino che nasce da uve Ortrugo. Cominciano le sperimentazioni, le micro vinificazioni, gli assaggi e i confronti ripetuti che non fanno che migliorare la percezione dell’Ortrugo laddove sembrava perduta. Pare che a innescare la rinascita sia stato la lungimiranza di un certo Mossi, produttore della zona di Ziano Piacentino, che per primo, o comunque tra i primi, a sperimentare l’Ortrugo in purezza e a impiantare nuovi vigneti. Oggi l’Ortrugo si trova nella versione frizzante, spumante e ferma e ogni produttore ha aggiunto alla propria produzione quel particolare che fa la differenza che distingue ogni azienda.

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