Una delle domande che spesso in enoteca mi sento fare riguarda l’uso del calice da vino. “Che calice devo usare per un prosecco? E per un rosso invecchiato? La domanda che ti faccio è: servire un vino nel calice sbagliato può davvero rovinare la qualità del vino stesso? Ovviamente no. La qualità di un vino non cambia, perché ad essere diversa è la percezione del vino stesso.
La forma del calice può esaltare o meno gli aromi del vino. Il Brunello in calici diversi lo percepirete in modi completamente differenti. In passato, quando si capì l’importanza del calice, si cominciò ad abbinare ogni tipo di vino a una “forma calice”. Ad esempio, nel caso del moscato spumante si suggeriva una coppa ampia, così la forte aromaticità era percepita senza le tensioni olfattive causate dalla forte intensità aromatica. Per il traminer, invece, si suggeriva un calice a tulipano con il bordo svasato verso l’esterno così il vino poteva sfiorare la parte della lingua più sensibile al dolce. E che dire della famosa coppa di champagne, storia colorata di sottile erotismo che affonda le radici nella storia della nobiltà francese? A proposito. Secondo leggenda, la famosa coppa fu modellata sul seno di Maria Antonietta e di altre nobili donne dell’epoca. In realtà, fu un’idea derivata dal vezzo inglese di bere in coppa quasi tutto. Nulla a che vedere con le femminili forme dell’epoca.
Fortunatamente, oggi, si è capito che il giusto calice è quello che accoglie il vino permettendo una giusta roteazione per far uscire i profumi verso l’alto. Un calice che presenta una base più capiente e si restringe verso l’alto permettendo, così, di evitare dispersioni e garantendo la giusta concentrazione dei profumi. Sono i calici panciuti che trovate in tutti i locali. Un calice del genere vi permette di godervi diverse tipologie di vino: bianchi, rossi, rosati e anche spumanti. Se, invece, volete fare i fighi con gli amici, organizzatevi con calici di diversa misura.
Per i vini bianchi e rosati usate un calice che abbia l’apertura più stretta per meglio concentrare i profumi più esili. Per i rossi strutturati scegliete le grandi ampiezze. Calici larghi per una maggiore ossigenazione.
Per gli spumanti, si suggeriva in passato la famosa “flute”, un calice dalla forma allungata e stretta che permetteva di mirare le bollicine danzare. Oggi, per fortuna, si è capito che per godere di un buon spumante non basta più guardare le bollicine ma anche godersi i profumi oltre che il gusto. Il miglior calice è quello a tulipano e un modello per tutti è quello definito “Franciacorta”. In questo caso la particolare forma permette di mirare le bollicine e di godere dei profumi grazie all’apertura leggermente allargata in sommità. Ricordate, quando avete uno spumante nel bicchiere mai roteare il calice per non danneggiare la trama delle bollicine. Prima assaggiate poi se proprio dovete…agitate il calice.
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